Giuseppe Capogrossi

Giuseppe Capogrossi (1900-1972) nasce a Roma il 7 marzo del 1900. Nonostante la sua laurea in Giurisprudenza, si è sempre dedicato alla pittura. Infatti, finita l’università si inscrive subito alla Libera scuola di nudo di Felice Carena, in quel tempo tra le più accreditate di Roma.

Tra il 1927 e il 1933 compie ripetuti soggiorni a Parigi dove elabora una pittura figurativa e tonale che si ricollega a fonti classiche italiane.
Espone per la prima volta nel 1927 in una mostra collettiva alla Pensione Dinesen di Roma con Cavalli e Di Cocco. D’ora in avanti partecipa a numerose mostre in gallerie private e spazi pubblici.

Dagli inizi degli anni Quaranta avvia una trasformazione della sua ricerca pittorica: il colore si accende nelle gamme dei rossi, viola e arancio, e la pennellata si anima. Con il graduale abbandono della figurazione, dopo un breve periodo di esperienze a carattere neo cubista (1947-1949), approda a un rigoroso e personale astrattismo caratterizzato da una unica forma-segno che coniugandosi in infinite variazioni arriva a costruire lo spazio del quadro, rappresentazione simbolica di una interiore organizzazione spaziale.

Espone le opere della sua nuova maniera in una famosa mostra nel 1950 alla Galleria del Secolo di Roma, poi alla Galleria Il Milione di Milano ed alla Galleria del Cavallino di Venezia.

Nel 1951 partecipa alla fondazione del gruppo Origine, con Ballocco, Burri e Colla e raggiunge la notorietà internazionale partecipando nel marzo 1951 a Parigi – unico italiano – alla mostra Véhémences Confrontées.

Nella sua lunga carriera artistica ottiene numerosi premi e riconoscimenti, nazionali ed internazionali. Nel 1968 la Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma, diretta da Palma Bucarelli, dedica un’intera sala alle opere dell’artista; oltre ai dipinti già presenti nella collezione del museo vi vengono esposti i lavori donati da Renato Cardazzo in memoria del fratello Carlo scomparso nel 1963.

Nel 1971 il Ministero della Pubblica Istruzione gli conferisce la medaglia d’oro per meriti culturali.

Muore a Roma il 9 ottobre del 1972.

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