Afro

Afro Basaldella (1912-1976) è un famoso artista italiano, nato ad Udine in prossimità della Prima Guerra Mondiale.  Fin da subito, mostra una particolare tensione verso la pittura ed, appena sedicenne, espone insieme ai fratelli Dino e Mirko alla prima ed unica Mostra della Scuola Friulana d’Avanguardia.

Nel 1930, grazie ad una borsa di studio, Afro ha l’opportunità di trasferirsi a Roma e di entrare in contatto con l’ambiente artistico della capitale.
Molto significative saranno le date del 1935 e 1936 in cui partecipa prima alla Quadriennale, e poi alla Biennale (dove esporrà anche nel 1940 e 1942).

Sono questi gli anni in cui, per influenza della scuola Romana, Afro si dedica principalmente alla realizzazione di opere di pittura murale e si avvicina allo stile del Neocubismo.

Nel 1950 Afro si reca negli Stati Uniti ed inizia la ventennale collaborazione con la Catherine Viviano Gallery.

Il differente clima culturale ed i molteplici movimenti artistici americani di quell’epoca, daranno alla luce una nuova pittura da parte dell’artista Udinese, rielaborata a seguito del suo soggiorno internazionale.

Sono questi gli anni della sua ascesa in cui, fra le altre cose, Lionello Venturi gli dedica un saggio critico, dove mette in evidenza l’abilità tecnica, la precisione e la passione per il lavoro, l’eleganza naturale e la poesia dell’artista.

Nel 1955 partecipa alla prima edizione di Documenta a Kassel, una mostra fondamentale per tutta la storia dell’arte contemporanea.

L’anno successivo ottiene il premio come miglior pittore italiano alla Biennale di Venezia.

Gli anni 1959-’60 vedono ancora Afro Basaldella impegnato a livello internazionale: è invitato a II. Documenta a Kassel, e vincitore del premio a Pittsburgh e del premio per I’Italia al Solomon R. Guggenheim di New York. Nel 1961 J. J. Sweeney, curatore del Guggenheim Museum di New York, gli dedica una splendida monografia.

Dopo la morte del fratello Mirko, avvenuta nel 1969, Afro subisce alterne vicende di salute.

Gli anni ’70 sono caratterizzati dall’intensificarsi dell’opera grafica e da un diradarsi dell’attività pittorica ed espositiva.

Muore a Zurigo nel 1976.

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