Giorgio Griffa

Giorgio Griffa (Torino 1936), scopre la sua passione per la produzione artistica ormai grande, dopo aver iniziato l’attività da avvocato che non abbandonerà mai. Parallelamente alla professione forense studia pittura per 10 anni, conclusi i quali decide di abbandonare ogni elemento rappresentativo. In quegli anni respira l’atmosfera torinese dell’Arte Povera. Tuttavia, mentre i poveristi abbandonano i pennelli, Griffa crede fortemente nella pittura e la reinterpreta con i tratti più basilari, come punti, linee, segni, ecc. 

Affascinato dal non-finito, le sue tele sono caratterizzate da parti piene e da parti vuote, che lasciano spazio all’immaginazione. Il suo lavoro si fonda così sui Segni primari e questa sarà la sua impronta inconfondibile.

Alla fine degli anni 60’ debutta subito con mostre importanti prima da Martano e da Sperone. Negli anni successivi inizia a far convivere sulla tela sequenze di segni differenti: è il ciclo delle Connessioni. Per Griffa la memoria è il fondamento a cui ricorrere al principio di ogni produzione artistica.

Nel 1978 è invitato alla XXXVIII Biennale di Venezia e nell’edizione successiva ha una sala personale. 

All’inizio degli anni ’90 inizia l’importante ciclo Tre linee con arabesco in cui ogni lavoro contiene sempre appunto, fra gli altri segni, tre linee e un arabesco. La numerazione ha lo scopo di fissare il tempo dell’esecuzione. 

Dal 2008 lavora alla Sezione Aurea e introduce tra i segni quel numero irrazionale senza fine che non procede né si avvicina mai a quello successivo ma si avvita invece nell’ignoto, una specie di nota esplicativa del suo lavoro. Secondo Griffa la pittura ha il compito di rendere noto l’indicibile, di rivelare quell’ignoto che la scienza non è in grado di svelare.

Tra le personali più recenti vanno ricordate quelle al MACRO di Roma nel 2011, al Mies Van der Rohe Haus di Berlino nel 2012,, alla Fondazione Giuliani di Roma nel 2016, alla Fondation Vincent Van Gogh di Arles nel 2016, al Serralves Museum di Porto nel 2016, al Camden Arts Centre di Londra nel 2018, e quella ormai prossima al Museo di Lille.

Nel 2012 per la sua mostra “Fragments 1968-2012” alla Casey Kaplan Gallery di New York. 

Nel 2017 è stato nuovamente invitato alla LVII Biennale di Venezia.

Giorgio Griffa vive e lavora tuttora a Torino.

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