Jannis Kounellis

Jannis Kounellis (1936-2017) nasce al Pireo in Grecia e fin da piccolo dimostra una spiccata predisposizione per l’arte. Trasferitosi in Italia, studia all’Accademia d’Arte di Roma dove espone per la prima volta, mentre è ancora studente.

Fin dai suoi esordi sottolinea l’urgenza di un profondo rinnovamento del linguaggio artistico: la società della seconda metà del XX secolo ha perso un principio ordinatore, la misura capace di comporre una sintesi culturale. Compito dell’artista è quindi cercare una nuova misura, passando però attraverso la frammentazione che definisce il presente nel quale è calato.

Kounellis, pertanto, si distingue paradossalmente per la scelta di non avere uno stile riconoscibile. Il suo lavoro si struttura in cicli, durante i quali si esaminano diverse tipologie di opere. Questa scelta prevede l’impiego di materiali non-artistici, materie industriali o oggetti che appartengono al quotidiano, inclusi animali vivi e talvolta persone.

Nelle sue opere sono altrettanto riconoscibili segni politici legati al suo impegno artistico, spesso espresso in termini di dissenso. Sono anche presenti riferimenti alla cultura antica o alla storia dell’arte che rimandano al dramma di una sintesi perduta che l’artista si accinge a ricomporre.

Kounellis diventa così esponente del famoso movimento Novecentesco denominato dell’Arte Povera. Tale denominazione nasce da Germano Celant, negli anni 60′, in riferimento alle opere di un gruppo di artisti fra cui spiccano i nomi di Boetti, Merz, Paolini, Pistoletto e altri. Ciò che li distingue è l’utilizzo di materiali oltremodo insoliti all’interno delle opere d’arte: terra, ferro, scarti industriali, stracci …

Negli anni 70′, in seguito ad una serie di avvenimenti storici, l’entusiasmo di Kounellis si spegne e si manifesta in una serie di opere, fra cui la porta presentata a San Benedetto del Tronto.

Negli anni più recenti l’arte di Kounellis si dimostra maggiormente manieristica, riprendendo tempi più meditativi che segnano la maturità artistica e biografica dell’artista.

Molte sono le opere monumentali e non, esposte in luoghi pubblici  e privati, nel primo decennio del XXI secolo.

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