Piero Dorazio

Roma, 1927- Perugia, 2005

Artista poliedrico, si dedica allo studio dell’architettura per poi avvicinarsi al mondo dell’arte astratta e partecipare al Gruppo Arte Sociale nel 1946 assieme a Buratti, Muccini, Perilli, Vespignani e Guerrini. Prende parte inoltre durante l’anno 1947 alle prime mostre del gruppo Forma 1 di Turcato, Accardi, Sanfilippo e Consagra. Nello stesso anno definisce il suo Manifesto del formalismo. Trasferitosi a Parigi nel 1950 fonda una galleria libreria denominata ‘L’Age d’or’ in collaborazione con Perilli e Guerrini. Proprio dalla fusione del Gruppo Age d’Or e del Gruppo Origine fondato da Burri, Capogrossi, Colla e Ballocco, nasce la Fondazione Origine. Partecipa quindi alla sua prima Biennale di Venezia nel 1952 per poi trasferirsi in America partecipando alla Summer International Seminar della Harvard University e avendo la possibilità di allestire una personale nella Wittenborn One-Wall Gallery di New York. In America ha l’occasione e di entrare in contatto con Pollock, De Kooning, Rotkho e Hans Richter, con il quale nasce una forte amicizia. Saranno di grande ispirazione i suoi film sui ritmi astratti. Di fatti l’arte di Dorazio si basa su una fitta rete di strutture che si sovrappongono attraverso l’uso di linee diagonali, verticali, orizzontali ed ondulate di diverse cromie che riempiono l’intera superficie. Per tutti gli anni ‘50 e ‘60 è attivo in molte città internazionali spostandosi tra America ed Europa. Alla biennale di Venezia sarà nuovamente presente negli anni ‘60 dove emerge l’influenza americana delle sue tele monocrome. Importante legame è quello con Ungaretti, conosciuto durante una mostra personale alla Galerie Im Erker di Saint Gallen. Per la Raccolta ‘La Luce’ di Ungaretti infatti realizza una serie di grafiche. Ritorna alla Biennale di Venezia nel 1970 per curare la retrospettiva di Rothko. Dopo aver partecipato a numerose mostre tra America, Francia (Musée d’Art Moderne de la Ville de Paris) e Italia (Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma) espone tra il 1985 e il 1986 a Tokyo e Osaka. Evoluzione artistica avviene negli anni ‘90 con un nuovo progetto all’interno della metropolitana di Roma che prevede l’esposizione di cinquanta mosaici di artisti del panorama internazionale. Nel 2004 la Pinacoteca di Locarno gli dedica un’ampia retrospettiva “La luce – dice – è un fenomeno non solo fisico, ma psichico e biologico che non ha nulla a che fare con la ragione e che magari è prodotto da forme di mutazione o di espansione dell’energia negli spazi cosmici. Sia la luce che la penombra, l’ombra o il buio inducono degli stati d’animo. Per questo, è una componente essenziale dei mezzi di espressione nelle arti visive”.

MUSEI:

– TATE Gallery di Londra
– Galleria d’Arte Moderna di Torino
– Fine Arts Museum di San Francisco in California.
– Collezione Peggy Guggenheim Venezia

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