Mickaël Doucet

Guardando attraverso le grandi finestre dipinte da Mickael Doucet, il mondo segue apparentemente delle geometrie lineari, ma – come si sa – la realtà non è quasi mai lineare. ​

Gli interni dipinti da Mickaël Doucet sono, per una strana “mise en abîme”, essi stessi una sorta di “luogo d’arte e di contemplazione”.

I suoi dipinti appaiono allo stesso tempo metafisici e decorativi.

Le vanità di Mickaël Doucet, di ispirazione orientale, cercano di fondersi  nell’immanenza del paesaggio. Un mix fra architettura pittorica e paesaggio.

Gli esseri umani non sono assenti nei dipinti di Mickaël Doucet, tutt’altro.

Ciò che bisogna capire è che un paesaggio è un oggetto artistico estremamente complesso e soggettivo. Le stazioni di Mickaël Doucet, tranquille e aperte, ci ricordano che il paesaggio non è una decorazione.

Di fronte ai dipinti di Mickaël Doucet lo spettatore non guarda un panorama attraverso grandi finestre ma dalle finestre viene riportato all’ambiente interno.